Rita Bersch ci conduce un viaggio affascinante tra idee e soluzioni per l’accessibilità alla comunicazione, alla scuola, all’istruzione e alla cultura >> VIDEO
Trascrizione integrale del video
RITA
Ciao a tutti e a tutti. Siamo qui oggi per parlare un po’ di accessibilità nell’informazione e nella comunicazione e quindi di inclusione.
Per dare un buon esempio di accessibilità, inizio presentandomi e descrivendomi. Sono Rita Bersch. Sono un fisioterapista, abito a Porto Alegre, una città del sud del Brasile. Sono una donna dalla pelle chiara, Indosso occhiali con montatura trasparente, i miei capelli sono castani chiari e lisci, mi arrivano alla spalla. Indosso una camicetta stampata molto colorata,
con forme geometriche e dietro di me c’è una parete con una tenda bianca.
Quando si parla di accessibilità, automaticamente ci vengono in mente luoghi con rampe, ascensori, pavimenti tattili…. Non è vero?
Immaginiamo un luogo ideale dove tutti possono entrare e muoversi liberamente. Diamo un’occhiata ad alcuni esempi in una scuola pubblica nella città di Florianópolis in Brasile. Qui vediamo una rampa che collega un piano all’altro. Sul pavimento bianco c’è una striscia tattile di colore blu, che presenta un elevato contrasto visivo. La rampa è ampia e ha corrimani e sponde laterali.
In quest’altra fotografia all’interno della scuola, vediamo ampi corridoi dove il pavimento bianco contrasta con strisce tattili blu scuro. Le porte sono arancioni, le pareti sono bianche, nella parte inferiore le piastrelle sono bianche e blu scuro. Le piastrelle blu sono disposte su due file parallele al suolo. Una striscia scura evidenzia la base della parete,
l’altra è posta all’incirca nel mezzo. Queste marcature, questi contrasti, sono molto utili alle persone ipovedenti perché percepiscono dove finisce il pavimento e inizia il muro. Incredibile, vero?
Questa scuola è accogliente ed è stata progettata senza barriere per accogliere studenti, insegnanti, dipendenti, familiari, l’intera comunità scolastica. Quando un architetto progetta una scuola basandosi sull’ “Universal Design” vuole che il maggior numero di persone
possa frequentare quello spazio, ed è per questo che tiene conto che ognuno è diverso
e che, dalla nascita all’età adulta, attraversiamo molte trasformazioni che modificano
le nostre capacità fisiche, cognitive e sensoriali. Progettare per tutti implica prevedere queste esigenze specifiche e inserire i requisiti di accessibilità nel progetto fin dall’inizio.
In questo modo l’edificio scolastico nasce già inclusivo.
Ma quello che ci chiediamo ora è: basta un edificio senza barriere architettoniche per garantire l’accesso, la partecipazione e l’apprendimento degli studenti con disabilità, insieme ai loro colleghi?
Possiamo dire che l’accessibilità va ben oltre i requisiti architettonici: il concetto di “Universal Design” entra in classe quando l’insegnante è consapevole che tutti gli studenti sono diversi. Deve cioè inserire nel suo programma didattico quei requisiti che tengono conto delle differenze in tutti i suoi studenti.
Quando lavoriamo con in mente l’ “Universal Design” nell’istruzione o nell’apprendimento, non guardiamo allo studente con disabilità come “il diverso”, per il quale fare degli adattamenti. Quando ci ispiriamo all’ “Universal Design” la differenza cessa di essere un problema e diventa lo standard che guiderà l’organizzazione di obiettivi, materiali didattici, metodi e valutazioni.
Approfondiamo dunque i fondamenti dell’apprendimento; cerchiamo di capire cosa serve ai fini dell’apprendimento, e di trasformarlo in requisiti per la progettazione del piano didattico. Per capirlo in pratica, possiamo fare riferimento a tre principi base dell’ “Universal Design” in contesto di apprendimento.
Uno dei principi è la molteplicità dei modi di rappresentare un contenuto. Sì, multimedialità! Noi impariamo attraverso i sensi. Tutte le informazioni intorno a noi entrano attraverso i nostri sensi: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, la percezione del corpo in movimento.
L’utilizzo di diversi media, oltre al testo scritto e al discorso dell’insegnante, offre maggiori opportunità di partecipazione ed esplorazione dei contenuti per tutti gli studenti e garantisce l’accessibilità. Questo avviene implicitamente quando prevediamo, ad esempio, che il contenuto visivo abbia anche una versione audio, o una mappa, o una grafica tattile, o una descrizione vocale delle immagini che faccia parte del materiale per lo studio, e questo andrà a beneficio degli studenti non vedenti, per esempio.
Se il contenuto audio è accompagnato da versione in lingua dei segni e visiva, sosteniamo gli studenti sordi.
I concetti da apprendere possono essere rappresentati da immagini: questa è accessibilità per studenti con disabilità intellettiva e un utile aiuto per gli studenti sordi.
Gli oggetti manipolabili possono insegnare le operazioni matematiche in modo concreto, e questa può essere un’ottima proposta per i bambini piccoli, o per studenti che hanno difficoltà a comprendere le operazioni nella forma simbolica.
Uno studente che ha una disabilità intellettiva o dislessia, ad esempio, può avere miglior accesso a contenuti scritti grazie alla lettura dei testi in modalità digitale. Il computer e il cellulare può leggere per questo studente.
Guarda cosa ci racconta Larissa, una giovane donna con sindrome di Down, pelle chiara, capelli lisci e chiari, che è seduta davanti al suo computer e studia la storia dell’espansione europea.
LARISSA
“Così, al computer, è più facile studiare, leggere. Nel libro no, devo leggerlo, non c’è l’immagine. E qui bisogna guardare l’immagine per capire il testo. Ma il computer, il computer stesso ti legge. Questo per afferrare qual è il contenuto, per capirne di più. Questo programma qui mi aiuta, ma aiuta tutti, anche i miei colleghi.“
RITA
Un altro principio dell’ “Universal Design” nell’apprendimento è l’uso di molteplici forme di azione ed espressione. Impariamo mentre pianifichiamo ed eseguiamo, esercitiamo i concetti che vogliamo assimilare, agiamo sull’oggetto della conoscenza e contemporaneamente comunichiamo ciò che stiamo imparando. Anche in questo caso, dovremmo prevedere per gli studenti molteplici forme di azione ed espressione: scrittura, disegno, fotografia, film, parola, musica, manipolazione di oggetti ecc.
L’accessibilità può essere inclusa fin dall’inizio: lo studente che non può scrivere potrà disegnare o modificare un testo a voce, per esempio. Chi non usa la matita, per difficoltà fisiche, può utilizzare una tastiera meccanica o virtuale o anche un alfabeto mobile, nei primi anni.
In quest’altro film, Guilherme, un giovane con la pelle chiara e i capelli corti e scuri, che porta gli occhiali, è davanti al suo computer. A causa della sua difficoltà fisica usa un mouse che ha una grande sfera blu scuro e cinque pulsanti colorati che attivano le varie funzioni del mouse. Adesivi con lettere più grandi sono stati incollati sui tasti della tastiera, per compensare la sua difficoltà visiva e facilitarne la localizzazione. Guilherme sta parlando al computer e la tua voce si trasforma in un testo scritto. A scuola gli è stato chiesto di
scrivere un saggio su un argomento di interesse:
GUILHERME DETTA AL COMPUTER
“Carol passò dai due ragazzi e loro chiesero: è questa ragazza che Carol sta cercando? una coppia per trovare un tesoro?”
RITA
Nella sequenza, Guilherme ci mostra come cerca e accede ai contenuti comandando il computer con la voce.
GUILHERME
“Farò una ricerca vocale. Sto progettando di fare una commedia sul Piccolo Principe.”
GUILHERME PARLA AL COMPUTER
“Vedi il libro Il Piccolo Principe. Questo è.”
IL COMPUTER LEGGE
“Me lo metto da leggere: Il libro racconta la storia di un pilota e dopo aver abbattuto il suo aereo nel deserto del Sahara, trova un ragazzino noto ai lettori come il Piccolo Principe”.
RITA
Guardate come la difficoltà o lentezza nel leggere e scrivere non è più un ostacolo per l’esplorazione di conoscenze nascoste in testi prima inaccessibili. Il computer è uno strumento molto importante per facilitare l’accessibilità a scuola.
Software e hardware facilitano l’accessibilità. Le tecnologie di ausilio e l’ “Universal Design”, nell’apprendimento collaborano come due facce della stessa medaglia. La tecnologia assistiva consente alle persone con disabilità di utilizzare il proprio computer in modo autonomo.
Ciechi, sordociechi, persone con disabilità fisiche, persone con disabilità intellettiva troveranno strumenti software e hardware che soddisfano i loro bisogni e che valorizzano le loro capacità individuali.
Il comando del computer può essere effettuato con movimenti degli occhi, con la voce, con un solo gesto che attiva le funzioni di click.
Le informazioni ottenute dal computer possono essere presentati anche in diversi formati:
audio, immagini, testi, strumenti tattili come una riga Braille, per esempio. Vediamo in questa immagine a tastiera con 12 tasti bianchi e un tasto più grande per lo spazio. La digitazione combinata di questi tasti produce lettere utilizzando i sei punti della cella Braille. Davanti ai tasti vediamo una riga orizzontale con circa 40 celle che riproducono in rilevo sulla punta del dito i caratteri Braille. Quindi, tutto il contenuto che viene visualizzato sul monitor diventa percepibile all’utente non vedente o sordocieco. Incredibile, vero? Una persona cieca può accedere ai medesimi contenuti attraverso l’udito, la persona sordocieca attraverso il tatto.
Vorrei anche sottolineare che uno degli ostacoli più importanti all’apprendimento è la comunicazione. La comunicazione è una condizione necessaria nell’atto dell’insegnamento e dell’apprendimento. Sulla base di questa premessa, che tutti comunichino e che tutti possano comunicare di più e meglio, investiamo in strumenti e strategie che ampliano la capacità di espressione e di comprensione degli studenti che hanno esigenze complesse
di comunicazione.
A questo punto la scuola deve conoscere e assumersi l’impegno di promuovere al suo interno nuovi modi di comunicare. Stiamo parlando di Comunicazione Alternativa, dove abbiamo strumenti a bassa o alta tecnologia, come tabelle di comunicazione stampate o digitali. In esse, l’utente indica i simboli per comunicare.
Vediamo questo esempio: una cartella con simboli grafici. Questi simboli sono indicati dall’utente per rappresentare il messaggio che si vuole comunicare:
UNA PERSONA INDICA SU UNA TABELLA
Io – Voglio – Mangiare – CIBO – Cioccolata.
RITA
Finora abbiamo parlato di due principi dell’ Universal Design” nel contesto dell’ apprendimento: molteplici modi di rappresentare l’oggetto della conoscenza, oggetto di studio, e molteplici modi per esprimersi e agire su quell’oggetto.
Vedremo ora il terzo principio: il coinvolgimento. Impariamo quando qualcosa ha senso per noi, quando è interessante, quando sappiamo dove stiamo andando, e perché stiamo agendo in questo modo. Se coinvolti, gli studenti possono diventare esperti nell’atto di apprendere e usciranno da scuola sapendo fare buone domande, individuare le migliori strategie per cercare e applicare le conoscenze costruite.
Abbiamo parlato delle linee generali dal design universale in un contesto di apprendimento i cui riferimenti li potete trovare su www.cast.org.
Accessibilità nell’informazione e nella comunicazione non sono solo una richiesta della scuola, vero? Possiamo immaginare un teatro, un cinema, un campo di calcio, un ristorante, una chiesa, un negozio, un servizio pubblico o privato di assistenza ai clienti. I requisiti di accessibilità garantiscono che le informazioni e la comunicazione possano e debbano essere presenti, sia nei servizi virtuali (siti Web, moduli online, social network ecc.), sia nei servizi in presenza per le persone con disabilità. L’accessibilità è una condizione per l’inclusione delle persone con disabilità nella società e, come abbiamo visto, riguarda come ci muoviamo per le strade ma anche le forme di accesso alle informazioni e le modalità di comunicazione con altre persone.
Vediamo alcuni esempi di strumenti e azioni che possiamo fare al riguardo: l’audiodescrizione, per esempio. La descrizione audio è una forma di accessibilità
rivolta alle persone con disabilità visive. È la descrizione narrata di ciò che accade in un programma, senza sovrapposizione del parlato. Principalmente gli elementi che non possono essere percepiti solo con l’audio ordinario, come le espressioni facciali,
gli oggetti presenti nella scena. Non c’è niente di meglio che guardare un breve video, un esempio di come la descrizione audio si applica al cinema.
AUDIODESCRIZIONE
“Un ciak si apre e si chiude. Dietro il ciak, un atleta cieco. In piscina André si tuffa, nuota a farfalla.”
PERSONAGGIO
“Vengo a nuotare qui. Mi è sempre piaciuta la mia vita e non smetterò mai.”
AUDIODESCRIZIONE
“Sullo schermo nero il titolo del film JOGO BLIND, con lettere bianche e Braille. www.jogocego-ofilme.com.br. Una giovane donna si esercita sulla pista di atletica.”
PERSONAGGIO
“Oggi ho 78 medaglie in totale, di cui 10 internazionali.”
AUDIODESCRIZIONE
“In un negozio di scarpe un giovane incontra un cliente. Magno, che non vede, non dice che è disabile. Gestisce da solo il negozio, pur con la sua disabilità. Magno spolvera con attenzione le scarpe allineate sullo scaffale. La sagoma scura di un cavaliere che tira il suo cavallo contrasta con la luce del cielo.”
PERSONAGGIO
“Lo sport adattato è questione di addestramento. E’ fantastico per quanto segue, un semplice cambiamento del tempo, cambia molte cose, devo cambiare diversi comandi
che uso normalmente.”
AUDIODESCRIZIONE
“Il Cavaliere trotta con un cavallo intorno all’arena. La telecamera mette a fuoco le gambe del cavallo con giarrettiere bianche calzate sugli stinchi. È una giornata di sole, in un parco alberato, due atleti corrono fianco a fianco legati da una corda al polso.”
PERSONAGGIO
“Quando vedi, a volte non dai valore a certe cose. Quando perdi la vista, finisci per avere più
attenzione di quando si vede.”
AUDIODESCRIZIONE
“Nel cortile di casa una ragazza cieca è seduta sul tronco di un albero, si alza e la madre le tiene le gambe.”
PERSONAGGIO
“La ragazza gigante si presenta. Vieni a vedere un gigante da vicino.”
AUDIODESCRIZIONE
“Aiutaci a condividere queste storie. A breve sarà disponibile gratuitamente il film “Gioco Cieco“: iscriviti al nostro canale.“
RITA
Parlando di accesso alla cultura, abbiamo anche la possibilità di audiolibri, per l’inclusione dei non vedenti. L’audiolibro o l’attivazione vocale su testi digitali aiuta anche persone dislessiche, analfabete o con disabilità intellettive.
Linguaggio dei segni: ogni paese ha la propria lingua dei segni o lingua dei segni. Qui in Brasile abbiamo LIBRAS (Lingua Brasiliana dei Segni), riconosciuta legalmente. Questo è molto positivo.
Sottotitolazione: può essere considerata anche questa uno strumento di accessibilità? Sì, la sottotitolazione è anche una funzione di accessibilità per le persone sorde. Per questo motivo, non solo i film stranieri dovrebbero essere sottotitolati, ma anche i film in lingua originale. Abbiamo molte persone sorde che non conoscono il LIBRAS (lingua brasiliana dei segni). Parlano, leggono dalle labbra di chi parla e comunicano anche con la scrittura. I sottotitoli in televisione, nei film sono fondamentali per l’accessibilità.
Doppiaggio: il doppiaggio consente ai non vedenti che lo desiderano di guardare un film straniero, perché la traduzione in sottotitoli è per loro una barriera.
Il Braille: vediamo un esempio di uso del Braille, che consente la lettura tattile ai non vedenti, nel turismo. Questa è la città di Napoli vista da un belvedere. La città di Napoli è vista dall’alto e sul muro di protezione un corrimano metallico reca una legenda in Braille. Essa descrive il paesaggio che sta davanti, la città vecchia e le sue case.
Anche in un museo dobbiamo identificare i requisiti di accessibilità al fine di consentire alle persone con disabilità l’esperienza relazionale con l’opera esposta. Qui vediamo repliche di dipinti realizzate in rilievo, per poter essere esplorate con le mani. Una mostra un uomo a un tavolo; l’altra la facciata di una casa, con una finestra aperta. Abbiamo anche la foto di una donna vista di spalle, davanti a un quadro, con in mano un piccolo dispositivo elettronico che descrive in cuffia ciò che si vede.
Potremmo citare tanti altri esempi sull’accessibilità all’informazione e alla comunicazione, ma una cosa che suggeriamo, se vogliamo trasformare i luoghi che frequentiamo in luoghi accessibili, è di invitare in questi ambienti, reali o virtuali, persone con disabilità, conoscere gli strumenti e le tecnologie che già usano, e imparare da loro cosa bisogna cambiare e cosa implementare in modo che le loro esigenze siano prese in considerazione.
Non si fa accessibilità senza la presenza delle persone con disabilità (inclusione) e allo stesso tempo non c’è inclusione senza accessibilità. L’accessibilità è un atto di accoglienza, è un atto d’amore. Ognuno è così com’è e non deve essere diverso per partecipare! Perciò, ecco una grande sfida per tutti noi!